Governo Sindacati firma accordo su 5 linee di intervento pensioni

Dopo tante chiacchiere, dopo tante diatribe finalmente è stato siglato il verbale che prevede 5 linee di intervento per modificare la Riforma previdenziale  Fornero 2011,  il Governo e i Sindacati sono arrivati ad un accordo il 28 settembre, ma il documento, per ora, non prevede interventi sia per l’Ottava salvaguardia per oltre 32 mila lavoratori esodati, che per la proroga di Opzione Donna oltre il 31 dicembre 2015. Nel 2017 saranno affrontati in una seconda fase altri interventi certamente importanti quali rilancio pensione integrativa, adeguamento speranza di vita, indicizzazioni aumentata pensioni, tutela pensioni per i lavoratori giovani, attualmente sono 5 le linee di intervento pensioni e vediamo quali sono.

5 linee per modifiche pensioni entro 2016
Tavolo permanente Governo Sindacati

Da Pensioni oggi rileviamo le 5 linee di intervento pensioni: 

1) il prestito previdenziale erogato da banche ed assicurazioni che andrà sotto l’acronimo di APE (anticipo pensionistico). Si tratta di un progetto rivolto a tutti i lavoratori con più di 63 anni e 20 di contributi ai quali viene riconosciuta la possibilità di accedere alla pensione attraverso un prestito erogato dall’Inps per il tramite di banche ed assicurazioni. Somma che poi dovrà essere restituita nell’arco di 20 anni una volta conseguita la pensione attraverso dei prelievi sull’assegno. L’entità della rata di rimborso sarà, tuttavia, graduata attraverso la leva fiscale a seconda della condizione del lavoratore.

Allo strumento sarà abbinata anche la RITA, cioè la rendita integrativa temporanea anticipata: il lavoratore potrà chiedere l’erogazione della pensione complementare, anche solo parzialmente, prima del perfezionamento dell’età per il pensionamento di vecchiaia in modo da integrare il reddito in attesa della pensione.

2) un intervento sui lavoratori che hanno carriere discontinue consistente nella possibilità di cumulare gratuitamente senza limiti i periodi assicurativi accreditati in fondi di previdenza differenti senza dover sopportare oneri di ricongiungimento dei contributi o accettando un calcolo dell’assegno meno favorevole (qui sono disponibili ulteriori dettagli sulla misura);

3) un aumento delle pensioni basse attraverso un incremento della quattordicesima e un ampliamento della no-tax area dei pensionati;

4) una serie di interventi volti a rendere più agevole il pensionamento degli addetti ai lavori usuranti come individuati dal decreto legislativo 67/2011 (qui i dettagli dell’intervento);

5) il riconoscimento, seppur in modo parziale e limitato, del lavoro precoce con la possibilità di accedere prima alla pensione rispetto agli attuali 42 anni e 10 mesi di contributi (41 anni e 10 mesi le donne) e con lo stop della penalizzazione per le uscite prima del 62° anno di età (qui i dettagli dell’intervento).

Per ovviare a tutte le modifiche della riforma pensionistica ci sarebbero voluti in totale 8,5 miliardi di euro ma il Governo ha l’intenzione di mettere sul tavolo non più di 6 miliardi di euro spalmabili nell’arco di tre anni.

Fonte: PensioniOggi

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